REINVENTARE L’ECONOMIA DOPO IL COVID 19

Che cosa ne sarà dell’economia dopo il Covid? Come reinventarla? Fino a che livello si può indebitare uno Stato costretto a proteggere cittadini e imprese rimaste senza lavoro, prima di rischiare il fallimento e di trascinarvi un’intera economia? Governi, banche, imprese e famiglie necessitano di risposte, essendosi trovati di fronte ad una crisi e ad un mutamento tecnologico così rapido, inimmaginabile fino a qualche mese fa.  

Come pubblicò l’economista John Maynard Keynes nel suo scritto la “Teoria Generale”, inflazione e disoccupazione sono legate da una relazione strettamente negativa. Se diminuisce la disoccupazione, aumenta il costo della vita. Tuttavia, nel corso della storia, questa convinzione entrò due volte in crisi. La prima volta fu negli anni Settanta, quando durante la crisi petrolifera, sia il livello di disoccupazione che l’inflazione subirono un’impennata. Il secondo episodio invece, lo stiamo vivendo adesso con livelli di disoccupazione e di inflazione drammaticamente bassi.

Rispetto dunque alla situazione economica attuale, sono state elaborate tre possibili “intuizioni”, volte a rinnovare la sopracitata teoria.

  1. Non può essere vero che abbiamo inventato un modo per fabbricare soldi senza pagarne le conseguenze. Continuare a indebitarsi e chiedere alle banche centrali di intervenire sul sistema finanziario ed economico dello Stato, per aumentare la moneta a debito in circolazione (Quantitative Easing), non è una soluzione, e porta alla convinzione che lo Stato possa sfuggire alle proprie responsabilità.
  2. I tassi di interesse sono negativi, ma è anche vero che la possibilità di accedervi è largamente limitata a Stati e imprese che non sono più tecnicamente solvibili.
  3. L’incapacità di inglobare il rapido sviluppo tecnologico nei modelli econometrici produce un effetto deflattivo sui prezzi, che è indubbiamente correlato ai livelli di inflazione negativi.

Queste tre considerazioni portano alla consapevolezza che è necessario ripensare e reinventare l’economia in modo coraggioso, incentivando lo sviluppo delle nuove tecnologie e consentendogli di portarci verso tassi di inflazione negativi, di creare nuove fonti di welfare, nuovi sistemi pensionistici e nuovi mercati del lavoro.

In modo analogo, il direttore del giornale della prestigiosa università del Massachusetts, Gordon Lichfield, fa riferimento all’economia post Covid, introducendo il concetto di “economia del confinamento”. La shut-in economy è infatti legata alle tecnologie e all’innovazione, all’on demand, al “chiesto e usufruito online”.

Fonte: Il Messaggero

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